Io donna, io mamma

Io donna, io … mamma

Cosa significa?
Sono davvero pronta? Siamo pronti?
Poi quando decidi e non arriva cosa fai? Come ti senti?

Intro

Vorrei condividere con voi una storia. Quella di Cinzia 28 anni, commessa romana, brillante, sorridente, apparentemente felice. Per chi sa andare oltre, il suo sorriso, però, va verso il malinconico.

Lo sguardo è dolce, accomodante, ma velato, segnato. Per questa ragione mi sono avvicinata. Ho visto qualcosa, una sofferenza che mi ha colpito. Poco alla volte, ho scoperto tante cose di Cinzia. Una in particolare la tocca come non mai: Vuole un bimbo. Sarebbe la ciliegina sulla torta della sua storia d’amore con Stefano.

Purtroppo come spesso la vita ci insegna non sempre tutto va come vorremmo. Ci sono sfide anche quando l’amore c’è ed è palpabile.

Le parole di Cinzia

Avremmo voluto farle tante domande, ma … A volte bisogna navigare le emozioni di chi abbiamo di fronte e lasciare che la pentola a pressione, chiusa per tanto tempo nei silenzi della vita frenetica, si apra e sfiati. Così l’abbiamo lasciata raccontare a ruota libera la sua esperienza di vita:

“Il desiderio di avere un bambino è iniziato dopo pochi mesi che ci conoscevamo. Un po’ per gioco, un po’ perché sentivamo che il nostro era quell ’amore che sarebbe durato in eterno… Aspettando il ciclo, si parlava al plurale ed io già mi sentivo mamma.

L’ignoranza porta a pensare che il corpo umano sia una macchina perfetta, che basti fare l’amore senza precauzioni ed il gioco è fatto…
Dopo 7 anni di tentativi ho capito che un bambino è un miracolo. Che non basta il desiderio e l’amore incondizionato che porti dentro a far sì che questo possa accadere.

Il ciclo, ahimè, arrivava sempre puntuale. Non c’era tempo, però, per scoraggiarsi. Percepivamo ogni giorno che passava come un’opportunità per realizzare il nostro desiderio: diventare genitori. Volevamo la gioia di guardare negli occhi un piccolo essere che racchiude noi due, il frutto del nostro amore.

Gli anni sono diventati un po’ troppi. La paura e la preoccupazione hanno preso  il posto della speranza. Abbiamo così perso il gusto di sperare, di giocare e di fare l’amore, perché tanto non funzioniamo … Io come donna, come femmina potenzialmente in grado di diventare madre, mi sono sentita una fallita. Quello che per tutti sembra facile, per te diventa impossibile.”

La vita a volte ci mette davvero di fronte a imprese difficili. La frustrazione modifica i rapporti. Uccide le emozioni e crea dei muri che quando si è soli nel proprio dolore, sembrano assolutamente invalicabili e indistruttibili. Per fortuna, Cinzia e il suo Stefano hanno coraggio e sono legati davvero da un amore forte e durevole. Un amore resiliente che li fa andare oltre.

La svolta

Così Cinzia continua il suo racconto:

“Ad oggi dopo 7 lunghi anni e ancora una vita davanti, ho deciso che non c’è più tempo da perdere. Non posso concludere la mia vita a 28 anni, quando in realtà la vita ancora deve iniziare!

Ho deciso di intraprendere il percorso per l’inseminazione in vitro: i pensieri sono tanti, le paure, le domande. Chissà cosa penserà la gente, starò male? Sarò abbastanza forte? Ci riuscirò?

Non avrò il ricordo di quel momento, concepire il nostro bambino la mattina appena svegli con il sapore di caffè ancora in bocca; o nel letto di casa nostra, piuttosto che in macchina in tarda notte dopo una serata con gli amici. Scherzando su come la/lo chiameremo…

Davanti a me avrò tutto, tranne gli occhi del mio uomo. Ma non c’è domanda, dubbio o paura che si possa comparare solo al pensiero di guardarci non più soli davanti allo specchio ma in 2 occhi che ci chiameranno mamma e papà.”

Un grazie finale

Grazie Cinzia per averci regalato i tuoi pensieri. Le vostre emozioni. Anche se non cambia lo stato delle cose, sentirti raccontare mi ha toccato le corde del cuore e mi ha fatto capire ancor di più quanto a volte serva solo un orecchio che sia in grado di ascoltare con attenzione ed empatia.

Per questo non ti ho fatto domande ed ho trascritto le tue parole. Quelle che mi hanno fatto condividere l’emozione che hai provato e stai provando. La tua forza, quella che ti sta facendo portare avanti il vostro sogno è coinvolgente ed entusiasmante.

Ed è bellissimo poterla raccontare. Per dare forza a chi non ha il coraggio di andare oltre gli stereotipi e i pregiudizi. Soprattutto quelli che ci siamo costruiti nel tempo da soli.

So che ti sei sentita spesso, sola e abbandonata. Questo è il motivo per cui ti abbiamo chiesto di condividere la tua energia e il tuo coraggio. Vogliamo proprio che si crei una rete di persone come te.

Una rete di persone Entuasiasmabili. Persone che si connettono per darsi supporto e non sentirsi sole. Con questa splendida testimonianza ci confermi quanto sia importante sentirsi in rete anche quandio si  cerca un bimbo. Anche quando entra in gioco l’aiuto della scienza.

Grazie ancora per quanto hai condiviso e tienici aggiornati. Gli Entusiasmabili sono qui e fanno il tifo per te e per tuo marito.