Mamma speciale, figlia orgogliosa

Mamma speciale, figlia orgogliosa

Samantha Iannelli, una donna di 40 anni, originaria di un paesino in provincia di Arezzo. È sposata con Alessio 47 anni, un elettricista.

Intro

La loro storia ha dell’incredibile. Il loro primo incontro risale a qualche anno fa e fu totalmente casuale. Avvenne in un parco, di quelli poco conosciuti, tipico luogo di incontro degli anni 50. L’aria era calda, anche troppo, come spesso accade nei giorni di sole di agosto. Fu amore a prima vista per entrambi. Proprio come all’interno di un film, Samantha e Alessio vivono un momento mamihlapinatapai. Una parola di lingua Yamana, tribù vivente nella terra del fuoco, che significa “guardarsi reciprocamente negli occhi sperando che l’altra persona faccia qualcosa che entrambi desiderano ardentemente, ma che nessuno dei due vuole fare per primo”. Entrambi, infatti, non trovano il coraggio di fare la prima mossa e, così, non si incontrano più per un intero anno.

La svolta

Un giorno, per caso, si rivedono, e, stavolta Alessio prende la rincorsa e trova il coraggio per fare la prima mossa. Le chiede il numero di telefono. Samantha non è abituata a essere corteggiata. L’invito di Alessio la teletrasporta al centesimo piano del Settimo cielo. E, contemporaneamente, ha paura. Ha paura che Alessio veda la sua condizione. Veda il suo camminare con una certa difficoltà. Scopra la sua  paraparesi spastica che fa parte della sua impronta digitale dalla nascita, causata da un parto difficile e doloroso. Come darle torto? La sua diversità può spaventare. Può allontanare. Può disintegrare l’idea di stare insieme. Di vivere una vita di coppia.

L’amore va oltre

Fortunatamente, non per tutti questo vale. Infatti, Alessio ha visto e vede la bellezza. E così la chiama e riesce a organizzare il loro primo appuntamento. Il dialogo, gli abbracci, le loro voci, si intrecciano sempre più, facendoli diventare una persona sola. Dopo aver rodato la loro unione, aver sconfitto ogni drago che si può incontrare nello stare in coppia, scoprendo quelle diversità che a volte ci legano e a volte ci allontanano, iniziano a sperare nella possibilità di allargare la loro unione. Sperano di ricevere in dono un figlio. Lo desiderano tantissimo, si impegnano, ma non arriva. Tanto per non perdere tempo, mentre attendono che il miracolo della vita possa renderli co-protagonisti, decidono insieme di prendersi la mano e diventare marito e moglie. In viaggio di nozze, Samantha e Alessio vanno alle Maldive. La terza sera si trovavano al ristorante sopra un roof garden dalla vista mozzafiato quando, davanti a un buonissimo pesce fresco, Samantha comincia a sentire delle leggere nausee. All’inizio non da peso a questa sensazione, anche se la fa vomitare più volte. I sapori non le sembrano più gli stessi. Ma, nulla le fa pensare inizialmente a quello che scopre dopo qualche giorno. “Ė incinta!”. Si sente felicissima. Diventeranno genitori. Dovranno pensare a far crescere la nuova “creatura”, dandole tutte le attenzioni e protezioni possibili.

I dubbi di una mamma

E, in quel momento, nasce nella testa di Samantha una domanda che la sciocca: “Posso farcela a essere mamma nella mia condizione di disabile?”  Comincia, oltretutto, ad avere dei timori su come la sua creatura possa “considerare” la sua disabilità. Avrò la forza fisica e psicologica di portare avanti la gravidanza? Di supportare come è “giusto” il mio bambino? Forse, nella vita di una donna, la gravidanza è uno dei momenti più fragili e belli in assoluto. In una donna con disabilità, il terremoto ormonale ed emotivo prende ancora di più il sopravvento su tutto. A volte, questo sconquasso interno non fa andare oltre i muri che la vita mette di fronte. Così, vedi montagne insormontabili. Non capisci che quel muro disegnato benissimo dalla tua mente, in realtà è fatto di cartapesta. Basterebbe un pugno deciso e si sgretolerebbe in mille coriandoli. E così comparirebbe l’infinito. Le infinite possibilità ed emozioni della tua vita. Nove mesi passano. Le domande aumentano, la coltivazione di paure cresce. Anche Alessio prova tristezza nel vedere i dubbi di Samantha. Vorrebbe tranquillizzarla, ma ogni volta che ci prova, gli sembra di fare peggio. Di ingigantire il problema.

A gennaio nasce Ilenia. Una vera bomba nella vita di Alessio e Samantha. Tutto cambia. Cambia la prospettiva con cui entrambi guardano la situazione. Le paure diventano possibilità, successi, scoperte. Samantha riesce a fare tutto. Magari in maniera diversa. Alessio danza con lei in questa nuova avventura come se avessero sempre ballato insieme questo ballo. L’allegria si trasforma in entusiasmo, la sua disabilità diventa un fattore integrato nella loro vita e cade nello sfondo di un ottimismo dolce e sorridente. Di fronte a lei, adesso, c’è Ilenia. Una piccola donna, che la guarda come solo una figlia può guardarla. La riconosce come mamma. Oltre ogni diversità. L’amore puro. La sua mamma è bella anche se non cammina come le mamme dei suoi amichetti. Per Ilenia, questo modo di traballare è solo una peculiarità. Ė la sua realtà. Non sa nemmeno che possa essere un difetto. Anzi, è una sorta di app installata nel corpo di Samantha che fin da quando era in fasce, la faceva sentire cullata. Samantha, infatti, “balla mentre cammina”.

Paure e pregiudizi

Si sa purtroppo che la crescita può non essere semplice e, soprattutto, è delicata. La diversità è ancora tabù. I pregiudizi non aiutano. Nei primi anni di scuola, sono i compagni di classe a farglielo notare. Non in modo diretto, ma attraverso gli sguardi e le battute che percepisce poco alla volta. Alcuni bambini, purtroppo, vengono “educati” dai discorsi fatti dalle loro mamme, durante le feste. E, se questi discorsi si concentrano sul commentare il modo strano di camminare di  Samantha, il possibile danno è dietro l’angolo. Infatti, Ilenia, un giorno, improvvisamente, non vuole più andare alle feste di compleanno. Ė terrorizzata dalle domande che i compagni e le mamme potrebbero farle, dalle battute che ha paura di vedere nei loro sguardi. Quanto agli altri, l’ambiente che ci circonda può influenzare una situazione del genere? Forse tanto, in alcuni casi davvero troppo. A volte è come veniamo visti dagli altri che influenza il nostro modo di fare, di agire, di guardare noi stessi a nostra volta. Immaginate nella testa e nel cuore di una bimba come questo si amplifichi. Una cassa di risonanza di pregiudizi e timori. Troppo grandi per la piccola Ilenia che allora  aveva solo 6 anni e frequentava il primo anno delle elementari. Samantha e Alessio si accorgono che qualcosa non quadra. Decidono di parlare con Ilenia. Dopo giorni di silenzi e musi lunghi, Samantha riesce a capire cosa turba sua figlia.

L’intuito e la dolcezza , risolvono tutto

Attraverso il dialogo, diretto, aperto, senza filtri e con il sorriso sulle labbra, affrontano insieme il problema. Samantha, dopo aver fatto raccontare il senso di vergogna vissuto dalla figlia, la tranquillizza con una voce calma, dicendole “Ilenia, comprendo bene cosa hai pensato. Come ti sei sentita. Anche a me all’inizio faceva male sentire i commenti delle altre persone quando vedevano la mia diversità come uno sbaglio. E sai perché accadeva? Perché ero al prima a sentirmi sbagliata. Poi, ad un certo punto ho fatto pace con me stessa. Mi sono resa conto che siamo tutti diversi. Chi per un motivo, chi per un altro. Lo siamo caratterialmente, lo siamo fisicamente. Siamo biondi, mori, grassi, magri, alti, bassi. Tua mamma, può sembrare che cammini in modo strano. Tra l’altro cammina così da quando è nata. Questa diversità è la mia impronta. Semplicemente ballo mentre cammino e quando eri piccola amavi stare tra le mie braccia proprio per questo motivo”.

Ilenia, all’inizio, non capisce tutto. Poi, si fa prendere in braccio e cullare dalla camminata di mamma. E così dolcemente si convince. Samantha, però, è consapevole che non può dirsi tutto concluso senza aver chiarito con i genitori. Per questa ragione, organizza una veloce riunione dove condivide la propria problematica, raccontandone anche i vantaggi e la simpatia che genera, andando oltre l’apparenza. Chiede poi loro di affrontare l’argomento con i rispettivi figli. Ogni diversità va trattata con cura, sia essa legata al sesso, al gender, alla bellezza o alle problematiche di salute. Tutto può diventare bello. Serve dialogo e curiosità. E, per fortuna, Samantha trova entrambi questi elementi nelle persone con cui cerca il chiarimento. Il dialogo, infatti, è stato il punto di svolta. Da quel giorno, tutto si risolve e Samantha ricevendo solidarietà e aiuto, riesce a mostrare a Ilenia quanto possa essere importante parlare e chiedere supporto nella vita. Questo è stato fondamentale per arrivare a far capire le cose in modo giusto ad Ilenia.

La bellezza di Entusiasmabili

Pensate che bello sarebbe se ognuno di noi trovasse un aiuto negli altri? O in una  community come la nostra. Entusiasmabili nasce proprio con questo scopo: condividere esperienze di successo e di insuccesso, per attivare un processo risolutivo che permetta di non sentirsi soli e di trovare soluzioni, che prima non riuscivamo a vedere. Tutto dandosi la libertà di fare squadra! Chiudiamo questo articolo ringraziando Samantha, Ilenia e Alessio, persone speciali che ci hanno regalato un fantastico aneddoto della loro vita. Un aneddoto che spero convinca tantissime persone a scriverci e condividere altri aneddoti e storie che donino speranza a noi e al mondo che ci circonda.